Non ho risposto alla domanda su come sia finito su queste pagine in quanto è contenuta nelle prossime frasi di questo commento che sto scrivendo, specifico, dopo aver letto solo "La premessa dell'autore". Ho fatto questa precisazione per due motivi: il primo è che non ho trovato queste pagine cercando sui motori di ricerca "Il Maurizio Costanzo Show" come invece nella premessa ipotizzi valido (perrmetti che ti do del tu?) per la totalità dei cybernauti. Io infatti stavo cercando Omar Camporese (l' ex tennista) e adesso sono proprio curioso di leggere le successive pagine per capire se è il motore di ricerca ad essere impazzito oppure quale ne sia il riferimento nel tuo libro. Il secondo motivo, il più importante, è che voglio esprimere il mio più completo accordo su quanto da te scritto nell' "illuminata" (ed è un aggettivo pienamente meritato credimi) premessa. Evito di ripetere qui le giustissime ragioni da te addotte per completare invece il discorso citando (in ordine sparso) degli esempi di precedenti "tabù" che non anno avuto le conseguenze catastrofiche che venivano preventivate e che erano altrettanto avversati in passato più dalla paura del cambiamento e di "perdere la pagnotta" che da veri motivi razionali: la TV avrebbe ucciso la radio e il cinema, il software shareware quello commerciale e poi se stesso perchè non lo avrebbe pagato nessuno, l'aborto sarebbe diventato un mezzo normale di contaccezione, le partite di calcio (e addirittura anche i grand premi di Formula 1!) trasmesse in TV avrebbero svuotato gli stadi (o i ciruiti), i registratori di audiocassette prima e i masterizzatori di cd poi avrebbero fatto morire il mercato degli LP e dei CD, le videocassette quello del cinema, il videotel il mercato "non virtuale" di tutti i servizi offerti da questo media, le cineprese super 8 quello delle macchine fotografiche, l' automazione industriale avrebbe moltiplicato a dismisura la disoccupazione, i libri sull' illusionismo avrebbero mandato sul lastrico tutti i prestigiatori ecc. Adesso per esempio sento di ipotizzate chiusure di negozi, per via della liberalizzazione delle licenze (che per altro nessuno pare essersi accorto che è già in vigore da più di un anno), e di edicole a causa della vendita dei giornali nelle tabaccherie ecc. Sono tante altre le cose che potrei citare, per non parlare poi di internet, ma non voglio tediarti oltre. Chiudo scusandomi del non perfetto italiano di questo mio commento ma l'ho scritto come si dice "di getto". Di nuovo complimenti e adesso mi andrò a leggere il tuo libro sia per cercare il riferimento sopracitato sia perché un libro scritto da una persona intelligente ben difficilmente potrà deludermi. Cordiali saluti (finale di ogni lettera commerciale che si rispetti anche se questa non lo è!).
Mauro
Milano
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