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PERCHE' SI INIZIA A DROGARSI
Caro Maurizio Costanzo Show,
tu che hai sempre detto belle parole contro la regnante usanza di un buon 1% della popolazione giovanile italiana di infilzarsi le carni con una siringa per colmarsi il sangue di eroina, mi ascolterai di certo ora che mi accingo a confidarti la semplice spiegazione circa le cause di questo fenomeno che io ho dato a me stesso.
Caro Maurizio Costanzo Show, sei una Divinità Buona, dici cose buone contro la cultura della droga e quella della mafia, per Tuo tramite ed attraverso di Te si specchiano gli opposti punti di vista e si forgia il mutevole telaio di simboli sul quale giorno dopo giorno si costruisce e si trasforma la società italiana... e potrei continuare con stronzate affini per ore e invece passo subito al dunque.
In parola povere: Perché i giovani si drogano? Perché non si drogano anche i vecchietti? Oppure soltanto i vecchietti? O i medici, che se vogliono la droga ce l'hanno anche a portata di mano? E perché non tutti i giovani si drogano? Perché non si è mai dato il caso di un calciatore di serie A che diventa eroinomane? Insomma, perché in alcune categorie di persone ci si droga ed in altre no?
Sì sì l'emarginazione la mancanza di valori e quelle cose lì... ne abbiamo sentito parlare migliaia di volte, ma continuiamo a dire a noi e agli altri che in fondo in fondo proprio non capiamo come uno possa decidere di iniziare a bucarsi, concludiamo che chi si buca sbaglia e basta, e quindi vuol dire che non abbiamo capito niente. Proviamoci a modo mio, con un approccio leggermente diverso dalla solita recitazione di quei due o tre concetti triti e ritriti.
Rendiamoci innanzitutto conto che l'essere umano è un organismo sociale. Al contrario di una pietra, che se la togli dalla spiaggia, dalla compagnia delle altre pietre, e la metti da sola nello spazio vuoto in orbita intorno alla terra, lì se ne sta buona senza lamentarsi né soffrire anche per cinque miliardi di anni (dopodiché il sole - a detta dei dotti - si espanderà inghiottendo e digerendo la terra e anche la nostra pietra), l'essere umano, se lo prendi e lo metti un po' da solo inizia quasi subito a soffrire. Al contrario della pietra, l'essere umano ha una vita sociale. Cosa significa? Vuol questo dire che all'essere umano gli piace andare alle feste nell'alta società? O anche in quella media? Anche.
In realtà vuol dire molto di più.
Il fatto che l'Uomo (e la Donna non è da meno) abbia una vita sociale significa che senza vita sociale non può vivere.
Cos'è allora la vita sociale?
Essenzialmente, la vita sociale è il fatto di fare qualcosa insieme agli altri. Se guardiamo più attentamente, vediamo che il concetto di vita sociale implica il fatto di fare qualcosa per gli altri. Attenzione: non sto cercando di contrabbandare nessun ideale pseudo-pio. Per gli altri agisce la crocerossina come per gli altri agisce il boia. Semplicemente, non stanno servendo gli stessi "altri". Robin Hood ruba ai ricchi, ma da ai poveri. Il tipico politico ruba ai poveri, ma da ai ricchi. Che l'essere umano sia un'animale sociale significa che chiunque deve essere utile a qualcun altro. L'assassino non è certo utile alla sua vittima, ma lo è al mandante. Il poliziotto non è certo utile al ladro, ma lo è al cittadino. Quando i poliziotti, i politici e i giudici non sono utili al cittadino vuol dire che sono corrotti, e allora sono utili ai corruttori. Talvolta il carnefice è addirittura utile alla sua vittima, come nei rapporti sado-masochistici (ed il film "Portiere di notte" di Liliana Cavani è di questo caso un sublime esempio). Ogni essere umano della terra, per sentirsi legittimato ad esistere, deve essere utile a qualcun altro. Anche l'eremita, per sua decisione lontano da tutti gli esseri umani ha spesso legami con qualche animale, che colma il suo bisogno di sentirsi utile a qualcuno.
Quando un essere umano ritiene di non essere (più) utile a nessuno, avverte che la propria vita non abbia alcun senso e spesso commette suicidio.
Ma, specialmente quando si è giovani, prima di suicidarsi le si prova tutte. Quando si è giovani l'imperativo è quello di inserirsi nella società, trovare una o più funzioni da incarnare, e su di esse forgiare la propria ancora inesistente identità di individuo adulto, in sostituzione della non più valida identità di bambino o adolescente. Le si prova tutte partendo dall'alto, dalle funzioni più elevate che appaiono alla propria portata. Si cercano buone amicizie, un buon lavoro, un buon rapporto sentimentale. Se non si trova niente e nessuno che mostri di aver bisogno di noi, si abbassano le pretese. Se anche abbassando le pretese si rimane soli e inutili, si cerca ancora più in basso, si scende e si scende e si scende, finché in fondo alla scala sociale, quando ormai, a causa dei numerosi insuccessi, l'amarezza e la rabbia regnano sovrane, ecco finalmente una microsocietà di altri arrabbiati e traditi che finalmente ti accettano, che finalmente hanno bisogno di te. Ecco i tossici ed ecco, soprattutto, gli spacciatori e gli invisibili narcotrafficanti remoti. Gli spacciatori hanno bisogno te, di te che sei senza funzione e identità e stai cercando entrambe. Hanno bisogno di te e tu, che sei senza identità adulta, che non trovi nessun altro che ti dia un'identità adulta avendo bisogno di te, che non trovi altri che si avvalgano della tua esistenza, tu, senza altra scelta, scegli l'unica scelta che hai.
Non è certo quella che ho fatto un'analisi completa del fenomeno droga. Vari altri approcci sono altrettanto validi. Ma li hanno già fatti altri e non mi è parsa questa la sede per ripeterli. Il mio è solo uno dei possibili modi di vedere ciò che avviene. L'ho qui esposto, umilmente, al cospetto della più potente delle divinità moderne. Che ognuno aggiunga il mio punto di vista ai propri, poiché è soltanto raccogliendo dentro di sé il maggior numero di punti di vista che ognuno può avvicinarsi sempre di più alla sfuggente ed infinitamente distante perfetta comprensione delle cose.
Roberto Quaglia
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