Il Nome della Rosa (Caro Maurizio Costanzo Show... lettera n.7)
lettera n.7

Adoperare parole inusuali è un atto di maleducazione letteraria. Soltanto le difficoltà di pensiero devono essere messe fra i piedi del pubblico.

KARL KRAUS






















IL NOME DELLA ROSA

Caro Maurizio Costanzo Show,

scusa se titolo la lettera come ha fatto umbertoeco col suo libro, ma tanto quel titolo non c'entrava niente col suo libro così come ugualmente non c'entra niente con la mia lettera. Lui nella sua sapienza e io nella mia ignoranza abbiamo fatto la stessa cosa.
Ogni tanto che mi casca l'occhio su tante di quelle mie lettere tutte piene di parole che non capisco e frasi che capisco anche meno delle parole, penso che ci vuole proprio che qualche volta ti scrive anche qualcuno come me, più semplice e anche sincero, almeno credo. Io lo so che mi dicono che sono proprio la stessa persona che scrive anche tutte quelle lettere così complicate, e mi dispiace anche se sono contento. E si vede benissimo che lo so perché già all'inizio dico che mi casca l'occhio sulle mie lettere, quindi si capisce che io so che sono mie, o comunque lo capisco io e questo mi basta.
Ho letto una volta nella carta di un cioccolatino che noi tutti (le persone) siamo anche parecchie identità tutte in una volta o piuttosto a turno. C'ha qualcosa a che fare con la pissicanalisi, quella scienza inventata da Froid. Per merito di Froid io allora so che alcune volte scrivo le cose tutte complicate, con anche le parole difficili e le frasi ancora di più, e le altre volte come oggi non riesco a capire un acca di quello che mi ricordo che pure ho scritto io. E' buffo, vero, caro Maurizio Costanzo Show?
Ho visto nelle televisione un bel film che si chiamava "I due mondi di Charlie", che parlava di uno scemo che gli fanno una cura per diventare la persona più intelligente del mondo e lui la diventa davvero, ma alla fine torna scemo, e quando torna scemo si ricorda però che era stato intelligente, e anche se non capisce niente di quelle parole e frasi che ha scritto da intelligente il fatto di essere stato intelligente ci piace lo stesso anche adesso da scemo. Io ho visto il film, ma mi ricordo che la persona che sono da intelligente (tutto questo è strano, vero?) aveva anche letto il libro, che si chiamava e forse si chiama ancora "Fiori per Algernon". Se per caso c'è qualcuno intelligente che legge ci consiglio di leggere il libro, per tutti gli altri come me è meglio guardare il film che tanto la storia è la stessa e va anche a finire nello stesso modo. L'autore del libro di chiama Daniel Keyes, lo dico perché al tuo show si usa dire i nomi di quelli che scrivono i bei libri, e anche se io non li ho letti i libri che tu dici sempre che sono belli io ci credo davvero che sono tutti molto belli perché me lo ha detto il mio portinaio che se ne intende.
La mia vita è bella, caro Maurizio Costanzo Show. Sono contento di essere la persona che sono, e sono contento di essere anche quella che non sono. Spero che non sto facendo confusione. Intendo dire che mi piace anche che alcune volte sono intelligente (credo che gli intelligenti sono quelli che parlano con le parole tutte difficili e le frasi ancora di più), perché sono convinto che essere intelligenti deve essere una cosa buona. C'è però una cosa che mi da un po' fastidio, in questo fatto di essere intelligente a turno. Io mi sento me stesso, naturalmente, e so che questo è giusto perché se uno non si sente se stesso in pratica è malato, credo che anche qui ci sia lo zampino di Froid. Dato che sono intelligente a turno, e adesso non lo sono, io mi chiedo cosa succede con me quando non sono me? La carta del cioccolatino dice che siamo tutti molte persone, questo l'ho capito. E allora, quando io non sono me stesso perché sono qualcun altro (per esempio l'intelligente), dove vado a finire io? (cioè quello che sono adesso?) Questa cosa devo dire che mi da un po' fastidio. Spero che non pensate che sono intelligente mio malgrado.
Alcune volte forse sono anche più semplice di oggi, ma non lo so. Chissà se quando sono intelligente mi ricordo che io sono anche così come adesso, cioè molto meglio (umanamente parlando), ma più semplice.
Quando sono come sono adesso mi chiedo anche che cosa vuole dire essere intelligente, esattamente. E se uno si studia a memoria tutte le parole difficili e anche le frasi che bisogna sapere per essere intelligenti, dopo vuol dire che così si è diventati intelligenti? Mi chiedo se mi chiedo queste domande anche quando sono intelligente, e se naturalmente mi arriva la risposta dato che allora sono intelligente. E mi chiedo se quando sono intelligente mi chiedo se quando sono come adesso mi chiedo la stessa domanda che mi sono chiesto. Sono molto stupidotto, vero?
Io ci penso così tanto che ormai ne sono sicuro che dovrebbero dare un certificato per essere intelligenti. Cioè in pratica che si va all'anagrafe e come si chiede per sapere la propria data di nascita e la residenza e se si è sposati e quelle cose lì, si chiede anche se c'è la propria intelligenza oppure no. Mi hanno detto che in America lo fanno, ma là sono avanti su tutte le cose. Sarebbe comodo per tutti sapere se si è intelligenti oppure no oppure forse (è vero: può darsi che si può essere "forse" intelligenti, come anche le persone senza fissa dimora non si sa mica dove abitano, eppure da qualche parte abitano anche loro). Una persona che va all'anagrafe gli chiede un certificato d'intelligenza e così poi sa esattamente se è intelligente di sicuro, se lo è forse oppure se non lo è. Sarebbe un bel progresso civile. Potrebbero scriverlo anche sulla carta d'identità. Tutti possono vedere subito che ho gli occhi e i capelli marroni, anche senza leggere sulla carta d'identità "occhi: marroni", "capelli: marroni". Sarebbe più comodo se invece di queste sciocchezze ci andrebbe scritto "intelligente: si/no/forse" (naturalmente non tutti e tre insieme se non siamo al punto daccapo).
Ma allora a me cosa dovrebbero scrivere sulla carta d'identità? Io so che non sono intelligente, perché non sono mica stupido, sono solo semplice. Ma so anche che in altri giorni invece lo sono, sempre per colpa di Froid e le sue teorie. Allora cosa ci devono scrivere su questa carta? "Intelligente: un po' sì e un po' no"? Ma non sarebbe vero. Io non sono un po' intelligente e un po' no. E' che sono molte persone, o almeno più di una, come Froid insegna. Una persona che sono so che è intelligente, un'altra persona che sono (tra l'altro proprio in questo momento) so che non lo sono (intelligente). Allora questo vuole dire che forse ho bisogno di più di una carta d'identità? Ma non è vietato avere più di una carta d'identità? Non è obbligatorio essere solo una persona? Credo proprio di sì e allora sono fuorilegge, ma non lo faccio apposta. E se mi cuccano mentre faccio questo reato, cosa mi faranno? E se cuccano la persona che io sono quando sono intelligente? Io penso che è tutta colpa della persona che io sono quando sono intelligente. Doveva pensarci lui a risolvere questo guaio, dato che è appunto intelligente. Che colpa ne ho io, soprattutto al suo confronto? Forse, però, è proprio perché è intelligente che deve sempre pensare a qualcos'altro. Se lui pensa quello che penso io, vuole dire che non è mica tanto intelligente. E allora chi ci salva? Non ci capisco più niente. Qualcuno mi può aiutare?

Roberto Quaglia


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