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VERITA' E MENZOGNA
Caro Maurizio Costanzo Show,
stiamo entrando nell'era della verità. Non so se questa frase abbia molto senso, ma mi diverte prendere in considerazione l'ipotesi che essa abbia senso. Cosa intendo dire? Vedremo fra poco. Io stesso confido di apprendere dalle mie stesse parole se alla dichiarazione iniziale potranno seguire argomenti che la legittimino almeno in parte.
Stiamo dunque entrando nell'epoca della verità. Per tutta la storia del mondo la verità è stata soprattutto un atto di fede. Chiunque dicesse qualsiasi cosa poteva successivamente smentire tutto, proponendo una propria nuova verità in sostituzione di quella vecchia ormai scomoda. Era facile credere ad una nuova verità che si sostituiva ad una precedente, poiché di questa non rimaneva traccia nella realtà, tranne che nella memoria di chi si ostinasse a ricordare. Ma quando ricordare era scomodo o sconveniente, dimenticare era facilissimo. Del passato non rimaneva pressoché nulla. Se mancava qualcosa di scritto, di una verità passata poteva non rimanere nulla del tutto. "Verba volant", si diceva infatti. Le parole escono dalla bocca e subito volano via e si disperdono per sempre, e chi ha in talune di esse creduto non potrà mai ad altri dimostrare che quelle talune un dì davvero esistettero.
Oggi non è più così. Esiste la registrazione audiovisiva di immagini e suoni. Esiste la televisione.
Personaggi pubblici di spicco culturale e politico non sono tali se non "esistono" dentro alla Televisione. E l'ambiente magico della televisione ha una proprietà davvero sorprendente: può ricordare e riproporre tutto ciò che sia accaduto all'interno di sé. Una dichiarazione fatta non può più venire negata, poiché la menzogna verrebbe smascherata facilmente, riproponendo l'immagine del mentitore durante l'atto stesso di mentire. Nell'epoca moderna, per chi abbia spicco pubblico e sia quindi parte dell'Universo Televisivo, Verba Non Volant Più.
Siamo solo agli inizi dell'era della verità, ma già le prime vittime cadono e non si rialzeranno tanto facilmente. Vittime illustri, grandi (ex-grandi) politici, ma non solo loro. La voglia di verità cresce irresistibile nei telespettatori, cioè nella società. Hanno successo le cosiddette trasmissioni di "televisione-verità", che altro non sono che il rozzo embrione di ciò che sarà la televisione del futuro. Ma gli antichi criteri stolidamente resistono, e arroccati nelle loro obsolete trincee la maggior parte dei programmi televisivi fondati sulla finzione (quindi sulla menzogna lecita) ancora perversano, pur sempre di più inevitabilmente annoiando.
La reiterazione audiovisiva di rituali menzogne mette ineluttabilmente a nudo la loro natura di elementi irreali, rendendo via via sempre più difficile la sospensione dell'incredulità che consente allo spettatore di giovarsi dello spettacolo che osserva.
In parole più povere, ci si abitua al fatto che quello che si vede sia tutto "per finta", e allora passa la voglia di vederlo. Per contrastare quest'assuefazione, in cinematografia sono ormai pressoché indispensabili gli "effetti speciali", cioè l'espediente di mostrare qualcosa di finto in un modo che ancora consenta allo spettatore l'esercizio della sospensione dell'incredulità. In televisione, una soporifera seppur sfavillante menzognera trasmissione di varietà si anima soltanto mediante irriverenti exploit di sparuti personaggi che già vivono ed agiscono nella grande Verità del futuro. E' la categoria dei Grillo, dei Benigni, per intenderci. Non dei "comici". I comici in senso stretto sono destinati a sparire anch'essi, poiché non faranno più ridere. La reiterazione dei bolsi schemi del loro falso e artefatto umorismo metterà infine a nudo la loro intrinseca falsità. Vive infatti nella menzogna il comico che recita a memoria un copione fingendo di improvvisare come il politico che sciorina menzogne nella falsa e cieca convinzione di poterle in futuro negare.
E' la Verità che sempre più avvince. Si ama o si odia Sgarbi perché vive e sguazza con maestria nella Verità. Ma non si rimane indifferenti. Lo sia ama se si condivide la sua Verità. Lo si odia se non la si condivide. La Verità non è una sola. E' semplice e confortante credere che lo sia, ma essa - ahimè e soprattutto ahivoi - non è UNA.
C'è crescente affezione, in tutto il mondo, per la Verità, "buona" o "cattiva" che sia. L'eviratrice più famosa degli Stati Uniti, carnefice del fallo di John Wayne, è diventata un'eroina, poiché "vera" in un modo unico ed originale, ancorché orribile.
Il Maurizio Costanzo Show è la trasmissione italiana di più riconosciuto e duraturo successo poiché è "vera" dall'inizio alla fine. Poco importa che spesso tristi o noiosi figuri blaterino cose già dette migliaia di volte. Ciò che in assoluto conta è sapere che quanto si vede accada davvero, e non per finta.
Artisti particolarmente abili a sembrare veri dureranno di più, ma scompariranno anch'essi, prima o poi, cedendo il passo a chi, apparendo "vero" in virtù del fatto di esserlo, avrà saputo fare del proprio esser vero un degno spettacolo.
Ma il campo dove questa rivoluzione sarà più importante è per forza di cose il campo politico. Il successo di Funari insegni. Funari è "vero", in ognuno degli istanti in cui appare sul video.
I politici del futuro dovranno essere sempre più veri. Non necessariamente più intelligenti. Soltanto più veri. Una stupidità "vera" sarà più premiata di una intelligenza "falsa". La doppiezza malcelata sarà foriera di rovina. La doppiezza bencelata durerà soltanto più a lungo. La contraddizione sarà accetta, purché paia genuina e "vera" e non un frutto di una colpevole volontà d'inganno.
Tutto quanto mi sono accorto di aver detto potrebbe aver molto senso od averne poco. Non mi convince del tutto, poiché mi frulla in mente anche una speculazione che condurrebbe a conclusioni opposte che qui ed ora vi risparmio.
Ma non esito ad esporre a chi mi segue anche tali miei dubbi, poiché vivere nella verità significa anche dire ciò che si pensa di ciò che si è scritto o si è pensato.
Roberto Quaglia
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