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ABBASSO I FILOSOFI!
Caro Maurizio Costanzo Show,
oggi non sopporto i filosofi. I filosofi di oggi. Iniziai a mal sopportarli in giovine età, per l'apparente inutilità degli argomenti con i quali tentavano di rendere il mio cervello più simile al loro. Ma a quel tempo non sapevo, come so adesso, in modo chiaro, preciso ed enorme qual'era esattamente il mostruoso errore nel quale essi sono fieri di condurre la loro vita.
C'erano una volta i filosofi. Essi erano la cuspide della conoscenza nella società di cui erano parte. I filosofi contenevano dentro di sé tutto lo scibile noto, sapevano ciò che ogni filosofo del passato aveva precedentemente saputo, e su tale base essi portavano avanti l'intera comprensione umana di un'altro po'. Essi sapevano di fisica come di etica, di biologia come di morale e di astrofisica. Essi sapevano tutto ciò che c'era da sapere poiché ciò che c'era da sapere poteva venire appreso in un arco di tempo inferiore a quello della durata di una vita umana. Nel buio delle scarne conoscenze che l'umanità faticosamente sottraeva all'Ignoranza, essi brillavano nell'eroico gesto di divenire l'espressione della massima sintesi delle conoscenze possedute dalla specie umana del loro tempo.
Tutto ciò fu, e più non è. Gli ultimi cento anni di storia umana hanno obnubilato i fulgori di centinaia di milioni di anni di evoluzione della vita sulla terra. Centinaia di milioni di anni di evoluzione prima che la vita marina riuscisse a conquistare le terre emerse, altre centinaia di milioni per conquistare quella forma di cui andiamo tanto fieri, ed ora, a meno di cento anni dall'invenzione dell'elettricità ecco la vita conquistare lo spazio, raggiungere la luna e con le sue artificiali propaggini chiamate sonde il sistema solare tutto. Ecco la vita diffondersi al silicio nel fenomeno che impropriamente chiamiamo ancora "informatica", ecco l'universo dei fenomeni e delle idee farsi ricco come in tutta la storia della vita non era stato mai. Ecco la storia della vita stessa emergere dal limbo dell'ignoranza, ecco un'umanità geocentrica, antropocentrica, egocentrica illuminarsi di insospettabili coscienze circa le meraviglie di ciò che chiamiamo evoluzione, perdersi negli abissi di tempo ricavati dall'interrogarsi sul significato del passato, e spandere la propria idea di spazio verso confini siti a distanze vertiginosi ma non assurde.
In questa fulgida esplosione d'evoluzione, ecco anche detriti fossili alla deriva, trattati con una riverenza fossile anch'essa, quanto ridicola. Ecco ad esempio i filosofi, tra le più grottesche manifestazioni di tal fossile pateticume, poiché idealmente preposti alla comprensione di ciò che invece manifestamente si dimostrano del tutto incapaci di comprendere. Nella loro vetusta deriva, fanno anche inconsapevole sciagurata esibizione della loro misera ed oscena cecità intellettuale.
Coloro che la società scioccamente si diletta a chiamare filosofi, non sono filosofi. Hanno disimparato la filosofia seguendo un corso di laurea in filosofia scaduto millenni fa, hanno incancrenito la loro stolidità insegnando ad altri ciò che ebbe senso quando le conoscenze umane erano così poche da potersi stivare in qualsiasi mente accettabilmente dotata. Hanno conquistato il vertice della ridicolaggine convincendosi di essere "filosofi", cioè di sapere accettabilmente scimmiottare i concetti che in buie epoche d'ignoranza autentici geni ebbero la grandiosità - loro, sì! l'ebbero! - di concepire. Coloro che la società oggi chiama filosofi sono in genere null'altro che storici della filosofia - e la differenza è immane! Essi null'altro capiscono oltre all'ombra di ciò che secoli fa geni ignoranti capirono. Essi nulla sanno di ciò che di saliente in questi ultimi decenni l'umanità ha iniziato a pensare.
Oggi, il vero filosofo non perde tempo a procurarsi il titolo di filosofo. Non è più come nei secoli trascorsi, oggi c'è troppo da imparare! E c'è troppo da NON imparare. Ecco la grande differenza, che nessuno mette in evidenza. La ramificazione delle scienze e delle discipline è tale, la mole delle informazioni è tale, che la vita umana è troppo breve per apprendere tutto - ma non solo! La vita umana è anche troppo "lenta" rispetto all'incalzare delle nuove conoscenze! Anche vivendo in eterno, oggi, un individuo non potrebbe MAI tenere il passo con il virulento proliferare delle nuove conoscenze, ed anno dopo anno il divario tra ciò che egli sa è ciò che potrebbe sapere aumenterebbe con progressione esponenziale.
E' un'epoca esaltante, la nostra, considerandola nei giusti termini. Alla stupidità di celebrare chi si pregia di essersi incancrenito su nozioni che ebbero senso secoli fa, si unisce la cecità strategica di chi in qualche modo nell'organizzazione del progresso del sapere ha un ruolo importante. Viviamo nella recente epoca dell'esaltazione della specializzazione, della ricerca scientifica applicativa, della ricerca del sapere finalizzata alla produzione di denaro. Ecco perché non trovate più veri filosofi da nessuna parte, cari miei, e se li trovate non li riconoscete! Perché il VERO filosofo contemporaneo non ha perso troppo tempo in università omogeneizzanti, in specializzazioni applicative che lo rendano il massimo esperto mondiale di una subfunzione di qualche sub-sub-subprocedura produttiva. Il VERO filosofo non ha perso una sostanziosa parte della propria vita a masturbarsi la corteccia sulle morte problematiche di quell'ammasso di defunti e sepolti geni ignoranti dall'etichetta DOC: "Platone". "Hegel". "Kant". Il VERO filosofo ha bisogno della sua vita per assorbire tutte le sconvolgenti implicazioni della teoria della Relatività, della Fisica Quantistica... ma non solo! Della teoria del Caos! Della teoria delle Catastrofi! Dell'Olismo! Dei misteri della geometria Frattale! Delle stupefacenti comprensioni della Neurologia e della Psicologia! Della teoria della Mente Bicamerale! ...ma non solo! Delle mirabili invenzioni di chi la propria mente impiega a comprendere il presente immaginando il futuro, gli scrittori di fantascienza! Delle profonde relazioni tra scienza ed arte, tra geometria, matematica e musica! Il VERO filosofo oggi deve imparare ad evitare di ostinarsi sull'apprendimento di conoscenze funzionalmente utili, ma idealmente irrilevanti. Il VERO filosofo deve imparare a distinguere tra ciò che è da imparare e ciò per cui non ha senso che egli perda tempo. Il VERO filosofo deve spaziare in tutti i campi dell'odierno scibile, e poiché l'ammasso di informazioni è mastodontico e cresce sempre di più sempre più in fretta, egli deve imparare a trascurare i dettagli, tutti i dettagli irrilevanti, e dare forma dentro lo spazio mentale che coltiva in sé ad un'organizzata costellazione di sintesi. La sintesi di ogni campo di riflessione dev'essere plastica e mai dogmatica, suscettibile d'esser stravolta da un momento all'altro, poiché questi sono gli attuali tempi dell'evoluzione del progresso umano. La suprema sintesi di una Weltanschauung superiore verrà quindi da sé, spontaneamente, come spontaneo è tutto ciò che in ogni dove da sempre sorge e accade, per quanto ciò significhi qualcosa, per quanto ad alcuni piaccia credere diversamente.
Caro Maurizio Costanzo Show, mi dispiace per te, come mi dispiace per me e per l'Italia, ma nella trasmissione che tu sei non ho mai visto ed ascoltato un VERO filosofo. Eppure ne esistono. Ne ho conosciuti diversi. Ma me li sono dovuti andare a cercare, perché contrariamente alle superstizioni, essi non c'è l'hanno scritto in fronte, né su qualche certificato prestampato.
E per terminare con adeguata facezia, ecco modesta ricetta che mimetizza sintomi a casaccio: Cacciate i cacciari e non inalberate gli alberoni!
Roberto Quaglia
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