Panteca e Baccini (Caro Maurizio Costanzo Show... lettera n.39)
lettera n.39

Come si può governare un paese in cui esistono duecentoquarantasei specie diverse di formaggio?

C. DE GAULLE






















PANTECA E BACCINI

Caro Maurizio Costanzo Show,

chi o cosa io sia è un mistero per me come per chiunque non abbia le traveggole. Esaurita questa premessa possiamo divertirci a fingere vere congetture parziali, inferiori e distorte.
Rimescolando i nostri parametri possiamo quindi dire senza tema di essere smentiti da chi abbia acconsentito a non smentirci che io sono attualmente soprattutto il proprietario di un muro. Ma non di un muro qualsiasi, come ce ne sono tanti un po' dappertutto. Un muro in qualche modo importante, poiché è stato addirittura menzionato nella trasmissione televisiva che tu sei. Non è il Muro di Berlino, venduto a scaglie a chi aveva soldi da spendere. Non è il Muro del Pianto e nemmeno quello dei Pink Floyd. E' il muro di Baccini.
Nella trasmissione che tu sei questo muro venne nominato, forse anche ripetutamente, poiché è all'indirizzo di esso che il cantautore Baccini ebbe a volgere il proprio sguardo per molte ore al giorno per anni ed anni mentre imparava a cantare. Lo chiameremo allora il Muro del Canto di Baccini. I berlinesi avevano il Muro di Berlino, a vedere il quale andavano quando volevano vedere fino a dove potevano andare. Gli Ebrei hanno il Muro del Pianto, dove si mettono quando gli viene da piangere. Baccini aveva il Muro del Canto. Quando gli veniva da cantare egli si poneva dinanzi al suo Muro dove c'era accostato un pianoforte e cantava, molto più a lungo di quanto gli ebrei ce la facciano a piangere davanti al loro, o i berlinesi passeggiare a ridosso del loro. Il famoso Muro del Canto di Baccini.
Tale Muro regge presumibilmente il tetto di un locale genovese chiamato "Panteca", che io, già proprietario del Muro, ho avuto la fatalità di gestire a lungo. Francesco Baccini entrò in Panteca nel 1981, appena dimagrito dalla sua ipertrofia lipidica, sguardo spiritato e pressoché muto, la sua mente confusa ormai regno di psicofarmaci. Stava sempre da solo in un angolo, senza neanche togliersi il cappotto, mai parlando con nessuno, guardando il pianoforte dove qualcuno sempre suonava. Appena il qualcuno di turno si alzava per un bisogno o un desiderio libatorio (vedi "voglia di birra"), Baccini s'avventava sul pianoforte sguarnito suonando qualche minuto di musica classica. Poi scompariva. Ma scompariva sul serio. Ciò avvenne parecchie volte. Sul pianoforte i pianisti generalmente ruotavano come i mandrilli in un bordello. Che un pianista spesso scomparisse, era normale. Ma non che scomparisse sempre, anche quando si cercava di identificarlo per conoscerlo ed offrirgli da bere. Quindi un giorno, alle prime note di musica classica, qualcuno si appostò vicino al piano per svelare il mistero del pianista scomparente. Baccini suonò qualche minuto come al solito, poi di colpo si alzò bruscamente, ed a grandi falcate prese di mira la porta, dalla quale sarebbe certamente uscito come un fantasma dopo pochi secondi come suo solito. Ma l'appostato lo intercettò fisicamente, costringendolo a fermarsi qualche istante per accettare qualcosa da bere. Baccini cercò di opporsi, poi si arrese e chiese qualcosa di forte, una camomilla.
Con il passare dei mesi e poi degli anni, Baccini diventò un frequentatore sempre più assiduo della Panteca. Iniziò ad inframmezzare alla classica brani di musica leggera, predilendo i Blues Brothers ed il balletto di Erode di Jesus Christ Superstar. Provò a cantare, e l'effetto non fu malaccio. Abbandonò la classica e cantò sempre di più. Nel 1985 l'intensità della sua frequentazione della Panteca raggiunse il culmine. Si presentava alla porta alle otto di sera, quando la Panteca apriva, e ne usciva alle due o alle tre, quando essa chiudeva. Iniziava a suonare e cantare cinque secondi dopo l'ingresso della prima ragazza carina, e poi non la smetteva più. Anche a ferragosto, quando la città era esule altrove, Baccini era lì, da solo insieme a me e pochi altri e nessuno allegro, e fu proprio nel desolato agosto dell'85 che al termine di una serata scarna sette ragazzine finlandesi comparvero per miracolo nella Panteca buia portandoselo via e facendo piazza pulita di tutte le sue principali verginità, episodio già menzionato sul palcoscenico della trasmissione che tu sei.
Ma la Panteca non è solo Baccini. Dell'era Baccini avanzano i ricordi, le fotografie, e le ore di videoregistrazioni che ancora detengo di un Baccini spaurito e con tutti i capelli che inascoltato non la smette mai di suonare come un trattore.
Nell'arco della sua esistenza la Panteca contenne a fugaci tratti una moltitudine di persone cosiddette famose, da Gian Maria Volonté a Dario Fo, da Angelo Branduardi a Enrico Rava, da Bruno Hendel a Enzo Tortora, da Pinco a Pallino e non trascuriamo Chicchessia. Ma contenne soprattutto moltitudini umane di pregio minormente noto ma non per questo dello stesso prive o indegne. Ecco a voi le etichette di Rino Riccio, Alessandro Testa, Gigi Picetti, Max Morando, Bruno Medicina, Guido De Vecchi, Alessandro Buricchi, Beppe Mistretta, Chicco Sirianni, Max Manfredi, Enrico Tetris... ometto le donne poiché ne dovrei citar troppe e la pigrizia mi frena. Ciò che queste etichette d'umani celano e talvolta esibiscono non lo scoprirete con facilità, soprattutto se siete distratti dal Nulla che impera.
La Panteca è mille altre storie, al di là della genesi di Baccini. E' il primo locale "alternativo" mai sorto a Genova. Fucina di menti e di talenti. Archetipo della moltitudine di locali e localetti che oggi rendono vivaci le serate di una città morente. E' il luogo dove negli anni sono ineluttabilmente rimaste impigliate le menti più moderne e più fertili di Genova. Covo di sinergia. Mitico recipiente che di tutto contiene. I riflettori si accenderanno sulla Panteca quando essa non ci sarà più, per enfatizzarne e mitizzarne qualità che in pochi hanno saputo cogliere quando avrebbero potuto, nell'arco della sua esistenza reale, cioè per esempio adesso. (errata corrige dell'ultima ora: l'esempio non calza: è infatti forse già troppo tardi!)

Roberto Quaglia


Thousands of people waiting to meet you at FriendFinder personals!



Lascia un Commento.

Leggi i commenti degli altri.

Mi piace! Mi piace! Mi piace!

Indice delle lettere.

Copertina.

Ma chi è Roberto Quaglia?





L'opera "Caro Maurizio Costanzo Show...", nel suo insieme o in parte, può essere letta, scaricata su computer, stampata e copiata senza limiti, solo per uso personale. Tutti i testi e le illustrazioni sono proprietà di Roberto Quaglia e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione. Il progetto grafico e le componenti grafiche di queste pagine sono proprietà riservata di Roberto Quaglia. L'opera "Caro Maurizio Costanzo Show...", nel suo insieme o in parte, non può essere messa in vendita a nessun titolo senza previa autorizzazione.
© 1994-2000 Roberto Quaglia.



















Click Here!



LinkExchange Member