Io, Max Morando (Caro Maurizio Costanzo Show... lettera n.37)
lettera n.37

La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo.

ROBERTO FREAK ANTONI

...e a volte prende la mira

MAX MORANDO






















IO, MAX MORANDO

Caro Maurizio Costanzo Show,

a scriverti oggi è il Max Morando che cova in me. Userò quindi formalmente il suo cervello per scrivere tutto ciò che seguirà, mostrando quindi la sua faccia, proprio come se io fossi lui, o piuttosto come lui fosse me, pur ognuno di noi due essendo innanzitutto se stesso. Ho quindi deciso di scriverLe quando ho visto tutti quei casi umani, o presunti tali, avvicendarsi sulle sue poltrone, o presunte tali. Il campionario é vario, lo zoo é quasi al completo, ma io rappresento il Caso raccolto a fattor comune, l'essenza della pietà, il sinonimo della umana pietate, l'antitesi dell'eroe e dell'antieroe. Pensi, Geometra Costanzo Show, che volevano destinarmi un quadratino sul 740, proprio tra l'Unione Chiese cristiane avventiste del 7° giorno e le Assemblee di Dio in Italia, per farmi avere l'8 per mille, distribuzione di pietà direttamente dai grossisti, dal produttore al consumatore. Come le dicevo, Ragionier Costanzo Show, io sono un pietofago, mi nutro della pietà altrui, non che faccia nulla per meritarmela, solo che le vicende che mi hanno colpito hanno lasciato una specie di segno invisibile che condanna le persone orbitanti la mia vita a sviluppare immediatamente sensi di colpa smisurati, complessi di superiorità tendenti all'infinito, ed in qualche raro caso li costringe pure a burlarsi di me, ma con molta arguzia. Quella che qualcuno identifica, semplicisticamente, nella sfiga (ma che io preferisco, per vastità del fenomeno, e per una mia tendenza a non etichettare nulla per non intrappolare fenomeni complessi in vuoti schemi, non ridurre ad una sola parola) é nel mio caso atavica. Preferisco, per brevità e per diretta o quasi, conoscenza dei fatti iniziare la mia storia dal matrimonio dei miei genitori, entrambi ovviamente di umilissime origini (e come vedremo in seguito anche di umilissimi destini). La notte delle nozze crollò la diga del Vajont, primo segno premonitore, purtroppo inascoltato. Dopo qualche anno, senza che si ricordino tragedie degne di rilievo io venni alla luce, il 19 maggio del 1966. Con una curiosa sintonia con la distribuzione dei sacramenti la storia prosegue con la mia prima comunione, e qui, solitamente, nei miei interlocutori inizia un ballo rituale di probabile origine lapponica, sicuramente un gesto propiziatorio alla maschile fertilità, perché prevede il ritmico palpeggiamento scrotale frammisto ad un mormorio pronunciato a denti stretti e con gli occhi volti al cielo. Dicevo (mi scusi Avvocato Costanzo Sciò per questi miei intermezzi, ma servono a rendere più figurata e viva la mia lettera), la mia prima comunione (che coincise anche con l'ultima) i miei genitori decisero di farmela "fare" in coincidenza con la nostra settimana bianca, in modo da permettere alle nostre magre finanze lo svolgimento di entrambe le attività sportive (sciistica ed eucaristica). Il luogo prescelto fu Tesero, ridente cittadina che qualche anno dopo venne parzialmente spazzata via dal crollo della diga della Val di Stava, ma non anticipiamo i tempi. Nei giorni immediatamente precedenti alla mia prima comunione crollò la funivia di Cavalese (solo pochi chilometri da Tesero) provocando la morte di tutti gli occupanti, tranne una, paralizzata. La mia famiglia e gli amici iniziarono poi a cadere, come in una guerra non dichiarata a partire dal 1972, primo zio morto per cancro, il primo nonno cadde anni prima della mia nascita anche lui per cancro, e poi capodanno 1980 (amico morto in affondamento Phoenix), 1981 zia morta per cancro, 1982 nonna fortunatamente morta per cause naturali, ovvero sfondamento del cranio per 28 naturalissime martellate infertele dal complice di mio cugino (allora quindicenne) a scopo rapina, per l'acquisto di un validissimo motociclo. Nell'occasione il padre, mio zio, nel goffo tentativo di scagionare il figlio esibì come prova d'innocenza un motorino, che egli sostenne aver regalato a Thor (da allora soprannome prediletto dell'amato cuginetto). Sfortunatamente, avendo lo zietto qualche precedentuccio penale, ed essendo il motorino risultato rubato finì in galera pure lui, fino a qualche tempo fa.. Mi riesce a seguire Dottor Costanzo Show? O forse sono troppo nebuloso nell'esposizione dei fatti? Ma sa la fretta è tiranna, e poi non si sa mai... Comunque dicevo, la storia deve continuare, 1985 nonno morto per probabile trasfusione sbagliata, nel 1986 la morte di mia nonna ci colse di sorpresa, un ictus proprio non ce lo aspettavamo, oramai tifavamo per i tipi più spettacolari di morte possibile, era iniziato pure il totomorte necro-concorso a pronostici. Nel 1987 mio padre che pur brillava di originalità essendo il creativo di famiglia decise di morire in modo banale, per cancro ai polmoni, grazie a Dio (prego!) ci pensò la ditta presso la quale lavorava come operaio a vivacizzarci la morte, decise di suicidarsi, la ditta, fallimento, o meglio liquidazione, e quindi ciccia soldi, inutili perfettamente visto che nel frattempo avevamo lo sfratto esecutivo. Capisce anche lei Minatore Costanzo Show che la successiva morte di un altro caro amico per asma mentre prestava servizio di leva, la scomparsa del padre e della madre nei successivi due anni, la morte di entrambi i genitori di un mio compagno di classe in simultanea per due cause differenti non potevano che annoiarmi. Un po' di più mi incuriosì un altro fraterno amico finito polpettato sotto un trattore mentre si recava al suo primo giorno di lavoro dopo un lungo periodo di disoccupazione, trascurabile il fatto che il locale di proprietà dei genitori fu bruciato due volte prima che loro lo lasciassero. Una ditta presso la quale lavorai era condotta da due simpaticissimi coniugi, i quali avevano creato tutto per il figlio, un ragazzo straordinario con l'hobby della pesca subacquea... debbo terminare la storia o l'immagina lei? Finita la parte necrologi, ci terrei a dare una descrizione sommaria anche di altri momenti di vita felice ed armoniosa, visto che come le ho detto io sono un pietofago, e non potrei lasciare un'opera incompiuta. Lo zio di cui prima, il padre dello scultore di carne, Thor per intenderci, non appena uscito dal carcere é stato fermato, senza patente, alla guida di una macchina rubata che trasportava droga, un altro zio venne sparato in circostanze misteriose, e io decisi di scriverle questa lettera poco prima che tentarono di ridurla in frappé.... altri fatti sarebbero da raccontare, ma il tempo é tiranno ed il computer si sta lentamente afflosciando sotto il peso della storia. Io so che ora lei mi teme, non tanto perché in mia presenza potrebbe capitarle qualcosa, é abbastanza intelligente per capire che le potrebbe capitarle comunque, ma perché io sarei la storia finale, quella da ultima puntata di Maurizio Costanzo Show, l'ultima frontiera della pietà. La ciliegina sulla torta sarebbe che il teatro Parioli crollasse il giorno prima della puntata a cui mi avrebbe invitato... Auguri Messia Costanzo Show

Max Morando


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