Cinque lettere al prezzo di una (Caro Maurizio Costanzo Show... lettera n.34)




lettera n.34



Non si ha idea delle idee della gente senza idee..

LEO LONGANESI







































CINQUE LETTERE AL PREZZO DI UNA

Caro Maurizio Costanzo Show,

ogni tanto nella vita bisogna imitare la pubblicità, o anche più spesso, soprattutto se si da retta alla pubblicità stessa.
Allora ho pensato che era obbligatorio, per me, farti un'offerta speciale anch'io, come i pubblicitari ci hanno insegnato che sia bene fare.
Al prezzo di una sola lettera, oggi, te ne spedisco addirittura cinque. Cinque lettere al Maurizio Costanzo Show al prezzo di una!
Sarà oggi il Gigi Picetti che in me si cela ad averle prodotte. Non lo dico tanto a te, quanto lo ricordo a lui e a me.

NE' PRIMA NE' DOPO

Caro Maurizio Costanzo Show,
Ho 49 anni e mezzo e non mi sono mai sposato.
Mi sono tenuto libero e arricchito di esperienza, di informazioni.
Mi ritengo al passo coi tempi e dicono che non sono poi così male esteticamente.
Non sono calvo, non ho la pancia, e ho quasi tutti i denti miei.
Certo, per la strada mi giro a guardare le ragazze, e qualcuna mi strappa anche un commento, per com'è e come va vestita.
Ma quando ero ragazzo era difficile l'approccio (non parliamo poi della conclusione) perché le donne erano tutte timorate.
Ora che c'è il liberalismo e tutto è permesso anzi ad aver pudore si fa brutta figura, le giovani che si regalano ai loro teppistelli coetanei rifuggono da una persona sana e matura come me che saprebbe oltretutto soddisfarle con competenza.
Chiedo perché a queste giovani non interessano gli uomini con la u maiuscola e si sbaciucchiano e si strusciano ad ogni cantone basta che siano dei loro. Per me questo è razzismo. Se no, ragazze di adesso, rispondete perché.

FORSE DOMANI

Caro Maurizio Costanzo Show,
A me piace molto scrivere. Delle volte mi scappa proprio da scrivere. Scrivo al ristorante, specie dopo mangiato, sui tovagliolini. Scrivo nelle sale d'aspetto di stazioni e dentisti. Scrivo anche nella toilette, sulla mia carta personale. Tutti i miei amici e parenti anche maligni apprezzano le cose che scrivo quando le sottopongo, sono andato in redazioni di giornali e riviste e da quasi tutti gli editori di Milano, ma mi sono sempre sentito rispondere: continui così che sta andando bene, ripassi più avanti, ecc. Perché allora le cose che scrivo vanno bene al pubblico e non a chi pubblica?
E' questione di amicizie, di raccomandazioni, non voglio pensare di mafia?
Se volete posso venire a trovarvi con un po' di fogli, so anche leggere bene, e poi credo che sia sempre meglio che una cosa la legga chi l'ha scritta, perché meglio di lui nessuno la conosce. Ho pagine su quasi tutti gli argomenti, dipende cosa vi interessa.
Spero che questa mia incontri il vostro favore e intanto complimenti per una trasmissione che proprio ci voleva.

CRISI SPICCIOLA

Caro Maurizio Costanzo Show,
Sono povero, chiedo in giro i soldi da vent'anni.
Però lo faccio con educazione e non voglio essere insistente. Finora la gente è sempre stata gentile con me e non mi ha mai fatto mancare niente. Però se non fosse che sono stato previdente in questi anni adesso mi troverei in serie difficoltà. Non parlo quindi solo per interesse personale, ma anche per altri come me che stanno peggio.
Tutti dicono che c'è la crisi del capitale e nessuno si è accorto che c'è anche quella degli spiccioli. Tra i drogati che si portano via le 100 lire con arroganza, i ragazzini che mettono le 200 nelle macchinette dei giochi automatici, i nuovi telefoni a monete da 100 e 200 e 500 senza resto, i parchimetri che ne ingoiano tutto il giorno e, dulcis in fundo, o meglio "in cauda venenum" le macchinette degli autobus che in cambio del biglietto si prendono le 50, le 100, le 200 e a Milano adesso ho saputo anche le 500, cosa rimane da dare a un poveretto? Non certo i soldi di carta o gli assegni circolari (bei tempi dei mini-assegni!) specialmente a Genova.
Ma lo sanno quelli che mettono queste macchine mangiasoldi ad ogni crocicchio che compiono un atto gravemente antisociale?
Ci vogliono ridurre alla fame, noi che non pesiamo sull'economia del lavoro e ci arrangiamo in proprio?
Chiedo a governanti e amministratori pubblici che meditino sul problema se vogliono anche il nostro voto, e siano una volta tanto loro che i problemi ce li creano a trovare la soluzione.

NEL PANIERE

Caro Maurizio Costanzo Show,
è la prima volta che mi decido a scrivere a una trasmissione, e solo perché ho saputo che veramente c'è uno spazio libero alle opinioni dei telespettatori, che così possono collaborare alla civile discussione tra la gente.
Vengo subito al dunque per esporVi il caso che mi sta a cuore: io ho sempre fumato le sigarette Nazionali Semplici senza Filtro, vuoi per economia, vuoi per abitudine. Il prezzo si è sempre mantenuto più che accettabile perché è noto che queste sigarette le abbiamo nel paniere, toccando il quale si sposta la scala mobile o meglio a dire la contingenza.
Tutto andrebbe bene se le suddette Nazionali si trovassero in consegna dai vari tabacchini di Genova. Ma gira gira è sempre più difficile averle, sia perché dicono che ne consegnano poche, sia perché forse non vorrei pensar male ma i tabacchini le riservano probabilmente ad amici e parenti che se le prenotano e accaparrano.
Parlando di questo problema Domenica 20 Novembre in un Bar di Corso Sardegna con svariati amici è saltato fuori che si potrebbe obbligare il Monopolio a fare in modo che un prodotto fatto per il consumo popolare sia veramente trovabile nella quantità giusta al bisogno che ne hanno i suoi fumatori. E come poter far ciò?
Tutti sanno che se ci si reca in un panificio e si domanda del pane comune all'acqua, quello meno caro, il panettiere stesso che è sprovveduto è tenuto a consegnare all'acquirente il pane di prezzo che ha immediatamente al di sopra, ma (importante) allo STESSO prezzo di quello più economico che non si trova in condizione di fornire.
Allora un mio amico fidato diceva che il suo legale (in una Causa in Pretura per rumori del vicino di sopra) gli aveva garantito che si può fare uguale anche per le Nazionali Semplici, se non le danno avendo al loro posto le Super senza filtro da 400 lire e se neanche queste ci sono, le Alfa da 700 lire e via salendo fino al tipo che hanno, però sempre a 230 lire al pacchetto come le Nazionali Semplici.
Se tutti quanti adottassimo questo sistema non saremmo più presi in giro da un Governo che fa finta di pensare al suo popolo e poi non fa abbastanza sigarette per il bisogno dei fumatori più popolari.
Così facendo sarebbero obbligati per non rimetterci a fare più Nazionali e senza rischio per noi se non quello di fumare semmai una sigaretta più cara allo stesso importo.
Se tra i vostri spettatori c'è un Avvocato gradirei conferma nel senso di quanto esposto, che è già come dico parere di un legale.
Grazie dell'ospitalità e un appello a tutti i fumatori di Nazionali Semplici senza filtro a essere uniti e compatti nei nostri sacrosanti diritti.

TEMPI DURI PER I GATTI

Caro Maurizio Costanzo Show,
Lavoro in porto saltuariamente e sono anche appassionato di fotografia. Tutte le volte che arriva una nave giapponese mi arrangio col poco inglese che mastico a farmi spiegare dall'equipaggio le novità fotografiche che si portano dietro. Mercoledì scorso sono scesi un gruppo di questi giapponesi tutti colla Nikon e il teleobiettivo.
Gli ho chiesto perché niente normali e grandangoli e mi hanno fatto capire che per i gatti che dovevano fotografare non andavano bene.
Un mancinante mi ha voluto dire che loro in Giappone hanno una grossa fabbrica industriale di un tamburo detto "sciamisen" che viene costruito con pelle di gatto o anche coniglio.
Il giorno dopo in Sottoripa li ho beccati sparsi per i vicoli che facevano davvero le foto ai gatti.
Ora, io non ho particolare simpatia per i felini, ma non mi sta bene che questi giapponesi facciano i loro tamburi con i nostri gatti.
Non mi dilungo oltre, provveda chi di dovere.

FUORI DI SE'

Caro Maurizio Costanzo Show,
Sono un pensionato di Piazza Terralba di settantasei anni.
Con questi bei giorni di sole che ci regala l'inverno, l'altra mattina sono andato a prendermi l'aria buona alla Villa Imperiale.
Come mi sono seduto sulla prima panchina mi sono trovato una siringa piantata nel didietro.
E' mai possibile che un onesto cittadino che ha lavorato tutta la vita rischi la tossicodipendenza involontaria perché lasciano in giro queste siringhe che poi mi si piantano in culo? Scusate l'espressione ma sono proprio fuori di me.

Gigi Picetti


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