Elogio della fantascienza (Caro Maurizio Costanzo Show... lettera n.30)
lettera n.30

Il mio compito è quello di presentarvi le illusioni del mondo, fingere gravità mentre sto ridendo sotto i baffi, ridere di ciò che è troppo triste perché basti piangere, creare illusioni, "in-ludere", produrre una mia pazzia anziché convivere con la follia degli altri.

ROBERT SHECKLEY






















ELOGIO DELLA FANTASCIENZA

Caro Maurizio Costanzo Show,

ho notato che da te si parla di tutto, fuorché di fantascienza. Non è un argomento abbastanza serio? Ma siamo sicuri di intendere tutti la stessa cosa quando usiamo la parola "fantascienza"? Io sono sicuro di no.
Esploriamo quindi il significato attribuibile ed attribuito alla parola "fantascienza". La parola "fantascienza", tanto per iniziare, esiste solo in italiano. E' un neologismo coniato per riprodurre il significato dell'espressione inglese science fiction, ed assumeremo quindi che abbia lo stesso significato.
Nei decenni, della fantascienza (science fiction) sono state date numerevoli definizioni, ad opera di illustri intellettuali, scrittori, esperti di vario genere ecc., e nessuna è uguale ad un'altra, anche se vi è sempre qualche elemento in comune. Parrebbe, che nessuna definizione possa da sola definire ciò che la fantascienza effettivamente sia, parrebbe che ogni definizione metta in luce uno degli aspetti di questa ricchissima letteratura di cui purtroppo troppe persone non conoscono assolutamente nulla.
Tutti sanno, o credono di sapere, cosa significhi la parola "fantascienza". Fantascienza è infatti un vocabolo che conosciamo tutti, c'è anche nei vocabolari. Il 100% degli italiani in grado di parlare, interrogato a riguardo, avrà da darvi una sua risposta. Risposta raramente venata da qualche dubbio. Fantascienza, per il 99,9% degli italiani, significa guerre nello spazio o invasioni dallo spazio o UFO o mostri schifosi o semplicemente è un aggettivo usato in modo liberatorio per significare in negativo qualcosa che sfugga la propria comprensione. Il 99,9% degli italiani (e nel resto del mondo la situazione non è molto migliore) non ha mai letto un libro di fantascienza. Eppure la parola americana science fiction (ed anche quella italiana fantascienza) è nata come etichetta di una categoria di racconti e romanzi che avessero come elemento distintivo - rispetto alla letteratura fino ad allora in voga - l'intento di raccontare una storia del futuro plausibile sotto il punto di vista scientifico.
Migrando da una stretta cerchia di utenti colti ad il grande pubblico della popolazione intera, il significato comunemente inteso della parola science fiction (in Italia fantascienza) è mutato.
Solo lo 0,1% (percentuale ottimistica; probabilmente è più giusto lo 0,05%) della popolazione italiana ha mai aperto un libro di fantascienza, e solo lo 0,02% legge fantascienza con una certa regolarità. Tutti gli altri sanno di sapere cosa significhi il termine fantascienza, ma ovviamente non possono avere la stessa opinione di chi abbia letto la fantascienza nei libri.
Qualcuno potrebbe obiettare che non è necessario leggere fantascienza per sapere cosa essa sia, potrebbe bastare gustarsela al cinema...
Be', a tale riguardo io dico solo una cosa: un buon libro di fantascienza sta ad un buon film di fantascienza come Charlie Chaplin sta a Jerry Calà. Se dite che non vi piace la fantascienza perché l'avete vista solo al cinema (o peggio ancora in televisione), è come se diceste che non vi piace il cinema umoristico perché avete visto solo i film di Jerry Calà, con tutto il rispetto che qualcuno avrà per i film di Jerry Calà.
La letteratura di science fiction (uso d'ora in poi solo il termine inglese poiché forse meno fuorviante di quello italiano) è una delle più alte espressioni dell'intelligenza dell'Uomo utilizzata per esplorare le trasformazioni che l'intelligenza dell'Uomo produrrà in futuro nella vita dell'Uomo. Nella mente di una persona intelligente, propensa ad usare la propria vita per ampliare la propria cultura, non può mancare una conoscenza di base di questo vasto universo letterario che nessun corso di laurea universitario nel mondo (o quasi; negli Stati Uniti qualcosa si muove in tal senso) ancora provvede a diffondere. Nella buona letteratura di science fiction (vi è anche quella cattiva, ovviamente, come in tutti i settori), ci si nutre delle brillanti estrapolazioni circa il futuro di scienza, costumi sociali, tabù, psicologia, sociologia, semantica, arte, politica e, in generale, di tutto ciò che abbia o potrebbe avere cittadinanza nell'universo immaginato od immaginabile dall'Uomo. Ed esplorando le reazioni che l'Uomo (nonché la Donna) paleserà in risposta ai mutati contesti ambientali, la science fiction si pone oggi come il migliore ed il più completo tra i laboratori per lo studio di ciò che siamo, di ciò che ci ha originati e dei nostri possibili destini.
A coloro (che sono molti) i quali per ignoranza ne sottovalutano l'importanza culturale, teniamo a dire che il Presidente degli Stati Uniti ed il Pentagono non fanno altrettanto. Da parecchi anni ormai, essi comprano consulenze dai più importanti scrittori di science fiction americani, circa il prosieguo delle trasformazioni politiche e sociali. Questo perché gli scrittori di science fiction hanno da dare delle risposte. Un mucchio di risposte. E generalmente anche abbastanza sensate.
Nell'associazione internazionale M.E.N.S.A., che riunisce soltanto individui con un Q.I. (Quoziente d'Intelligenza) superiore a 140 (il valore medio è 100), una percentuale che potrebbe raggiungere il 30% legge abitualmente science fiction (la media italiana non supera lo 0,02%).
In una prossima lettera, caro Maurizio Costanzo Show, vedremo come la letteratura di science fiction è nata, quando è nata e soprattutto perché.

Roberto Quaglia


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