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LA SOCIETÀ TELEVISIVA ITALIANA
Caro Maurizio Costanzo Show,
esistono nel nostro paese due Italie. Non sto parlando della divisione tra Nord e Sud. Di questo parlano già tutti gli altri e nessuno dice niente di nuovo. Sto parlando di due società italiane parallele, che coesistono nelle menti di tutti gli italiani.
Una di esse è la classica "Società Italiana", che ognuno può vivere con la propria esperienza diretta. I propri affetti, il proprio lavoro o la propria disoccupazione, ossia le proprie relazioni dirette con gli altri esseri umani. E' una società di un tipo che esiste da quando esiste l'Uomo, poiché l'Uomo è un'animale sociale.
L'altra è quella che io chiamo "la Società Televisiva Italiana".
La Società Televisiva Italiana è innanzitutto composta da una ristretta cerchia di individui, i quali costituiscono la più elevata tra le caste in cui è ripartita la Società Italiana. La Società Televisiva Italiana è però assai più di una casta. Essa è per esempio Il Grande Pentolone Ove Ribollono Tutti I Miti. E' anche un sacco di altre cose, e nel tempo cercheremo di metterne a fuoco il maggior numero possibile.
La Società Televisiva Italiana è viva nei cervelli di tutti noi italiani. Benché i comuni cittadini, mai apparendo sul video, non ne facciano parte a pieno titolo, ne fanno ugualmente parte a titolo minore. Come ogni altra società, la Società Televisiva Italiana può essere paragonata ad un organismo; i protagonisti del video ne sono il multiforme cervello, i milioni di telespettatori ne sono il voluminoso e possente corpo. Corpo e cervello sono intimamente connessi. Per esistere, ognuno ha necessità dell'altro.
Tutti i miti di cui il cervello umano si è da sempre nutrito per orientarsi durante la vita, vengono oggi estratti dal calderone della Società Televisiva Italiana. Nella Società Televisiva Italiana non ci sono solo i personaggi nostrani, i mikebongiorno, gli emiliofede, i giulioandreotti. Ci sono ad eguale titolo personaggi stranieri, i stallonerambo, i boriseltsin, i billclinton, i mickjagger. I personaggi stranieri fanno quasi sempre anche parte di Società Televisive Straniere, e per questo motivo, nell'immaginario collettivo, valgono di più.
Tutti i protagonisti della Società Televisiva Italiana sono ovviamente dei miti. Alcuni sono miti positivi, altri sono miti negativi. Alcuni incarnano il mito della tranquillità, altri quello dell'irrequietezza. Ma nessuno di essi può eludere il ruolo di mito. Come per gli antichi miti nella società classica, ognuno di essi esiste nella Società Televisiva Italiana per incarnare una funzione ben precisa. Nell'esistenza di ognuno di essi il cittadino comune ciecamente crede, benché non abbia mai avuto l'esperienza probante di un contatto personale. Quanti, tra 50 milioni di telespettatori, ha mai incontrato sgarbi di persona, così appurando che sgarbi esiste realmente, che ha un riscontro anche nella Società Italiana, oltre che nella Società Televisiva Italiana? Si crede oggi all'esistenza di sgarbi come un tempo si credeva all'esistenza di odino. Viviamo nell'epoca più mitologica che l'umanità abbia mai sperimentato. Il mito è così centrale, nel mondo attuale, che non a caso il linguaggio giovanile s'è appropriato del vocabolo, solo apparentemente banalizzandone il significato. Quando la ragazzina dice che vascorossi è un mito, dice la verità.
Nella Società Italiana non si può prescindere dalla Società Televisiva Italiana. E' più emarginato un bambino che non sappia come parlano i puffi o chi siano le tartarugheninja che un bambino "diverso" in modo tradizionale. Un uomo adulto che non sia aggiornato sul campionato di calcio è sospetto. Se poi quest'uomo adulto esita ad esprimere un proprio giudizio su sgarbi, il numero dei suoi potenziali interlocutori crolla miseramente. Anche ignorare gli spot pubblicitari può rivelarsi insidioso quando non addirittura fatale. E' pratica sempre più frequente quella di intercalare, tra un discorso e l'altro, lo slogan di uno spot pubblicitario. La citazione di uno slogan diventa volentieri anche strumento d'umorismo. Se infine, per colmo d'azzardo, il nostro ipotetico uomo adulto sostenesse pubblicamente di non avere la minima idea chi sia mikebongiorno, né di averne mai udito nominare il nome, sarebbe guardato non diversamente da come si guarda un irrecuperabile folle, o ancor peggio, un eretico.
La gran prevalenza di quanto viene detto tra gli italiani contemporanei, per motivi che esulino dalle proprie attività lavorative, è intimamente attinente alla Società Televisiva Italiana. Più spesso di quanto ci si metta in contatto con le proprie amicizie (nella Società Italiana), ci si mette in contatto con la Televisione (cioè la Società Televisiva Italiana), accendendola.
Avere successo nella vita, cioè nella Società Italiana, è infinitamente meno prestigioso che avere successo in Televisione, cioè nella Società Televisiva Italiana.
La Società Televisiva Italiana, nella comune scala dei valori, è quindi molto più importante della Società Italiana. Non a caso è assai difficile riuscire ad entrare a farne parte a pieno titolo, ed è infatti questo uno dei principali sogni ed ambizioni di sempre più italiani. Apparire in Televisione, nel mondo occidentale attuale, è ormai diventata un'esperienza mistica a tutti gli effetti, come analizzeremo in una delle prossime lettere.
Per oggi è tutto, caro Maurizio Costanzo Show, sublime e miglior simbolo della Società Televisiva Italiana.
Roberto Quaglia
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